“Mi chiamo Erik Satie, come chiunque”
(Erik Satie)

sabato 21 marzo 2009

Morceau I.

D'accordo, sarò scontata-banale-patetica: mi associo ufficialmente a tutti coloro che si sono stupiti, nell'ordine: della facilità di creare un account, dell'uitlità della cosa, delle belle sorprese che hanno incontrato spaziando tra gli account degli altri ... Dichiarazioni che rendono pressochè inutile qualsivoglia altro giro di parole.

Permettetemi, tuttavia, una precisazione sul mio account.

Credo sarà palese - se qualcuno avesse la malaugurata idea di andare a dare un'occhiata - che l'esiguità e la scarsa fantasia dei miei bookmarks rispecchia il fatto che non uso molto il computer. Mea culpa.Di conseguenza, ciò che posso fare, anche solo per amor proprio, è una doverosa dichiarazione di impegno per il bene comune, dedicandomi a cercare e smascherare siti/servizi/notizie ecc. utili o interessanti che potrebbero servire a tutti quanti e da cui si potrà trarre magiche-mediche-webbistiche illuminazioni.
Quindi:

http://delicious.com/kebabforbreakfast

Intanto, nel mio piccolo, vorrei seganlare un sito molto interessante che ho trovato dalla pagina di eGiulia (che ringrazio qui ufficialmente) e che invito tutti noi poveri monoglotti a visitare (ed a inserire tra i bookmarks):

http://
iate.europa.eu/iatediff/SearchByQueryLoad.do?method=load


E poi, un grazie in anticipo a tutti quelli dal cui account presto o tardi attingerò ...

sabato 14 marzo 2009

Manière de commencement

Mi è tornato in mente un concetto che ho sentito esprimere qualche giorno fa da un meraviglioso luminare della medicina, un dolcissimo nonno di novant'anni. Un'idea semplice, e per questo forse incredibilmente forte e potente e perfino -da certi punti di vista- irrealizzabile. Personalmente, sono convinta che sia la risposta a moltissimi dei problemi che l'uomo si è creato in secoli e secoli di stupidaggini.
"Per andare avanti, dobbiamo tornare ad essere umili."

Difficile. Forse dovremmo provarci tutti, e chisà che le cose non si semplifichino un po' ...



martedì 10 marzo 2009

" ... disinvolti esercizi di impudenza ..."


Così ecco che arranco con un primo post ... Con il quale mi sembra doveroso spiegare quale oscura allusione nasconda il titolo che - dopo una buona mezz'ora di brancolio completo - mi è follemente spuntato sulla punta delle dita ...
Ecco, allora, i Tre Morsi In Forma Di Pera sono esattamente quello che dice il nome: tre assaggi. Tre "disinvolti esercizi di impudenza" musicale creati dal genio fuori di testa di Erik Satie esattamente nel Settembre del 1903.
Niente di rivelatorio fin qui.
C'è un aspetto, anzi no, l' Aspetto, di questa raccolta che potrebbe spiegare perchè ci ho visto una possibile -anche se vagamente cacofonica- metafora di quello che stiamo provando a fare con questo corso di informatica. Perchè questi Tre Morsi non sono affatto morsi in solitudine, non sono tre morsi casuali, scritti per le semplici e solite dieci dita ... sono Tre Morsi condivisi, in comune, un pezzetto a me ed uno a te, e la Pera la teniamo non con dieci ma con ben venti dita ... insomma, ed ora mi spiego, si tratta di una raccolta di pezzi a quattro mani per pianoforte ...
Suonare con qualcuno è la cosa più bella che possa capitarti. Perchè?
In fondo si tratta di condividere. Di essere insieme dentro a qualcosa, di costruirla insieme, di sfogliarla, morderla, suonarla e viverla a metà. Dunque quando ho pensato a cosa richiedesse realmente il compito assegnatoci in questo corso, dopo una lunga riflessione che mi ha lentamente e gradualmente distolto dalla tentazione di associarmi allo "zoccolo duro", dopo qualche momento di ansia - che però è il mio stato fisiologico, quindi niente paura - ho associato istintivamente questi aspetti: condivisione di idee attraverso la rete (?) e condivisione di emozioni attraverso la musica.
Ho detto che la metafora è cacofonica. Infatti, nonostante l'ispirazione improvvisa che spero risulti chiaramente folle, torno in me e realizzo che ho delle grosse riserve ad accostare Musica e rete, anche solo come associazione di idee .... Insomma, emozione vera contro mera tecnologia. Scusate la vena romantico-conservativa-oscurantista, ma proprio non mi sconfinfera ...
E restando in tema: si sarà forse notato il question mark che segue la presunta condivisione di idee attraverso la rete ... be', parla per me: ecco a voi una vera scettica del web, è una razza rara probabilmente, ma qualche esemplare si trova ancora ... Insomma, per chiarire: sono tra quei malati mentali che conservano i quaderni di scuola per secoli perchè "potrebbero servire" (chissà quando) anche se occupano spazio, prendono polvere e si rivelano immancabilmente inutili (tranquillizzatevi, però: non ho nessuna visione di me che li mostro ai miei virtuali figli in un futuro allucinante ...): come potrei essere una che vive e respira col computer? Inoltre - non è finita - sono una sostenitrice della parola scritta: a penna.
Ecco. Speriamo che questa esperienza mi faccia almeno ricredere!
Insomma, ho detto tanto - sono logorroica quando scrivo - ma quasi niente di quello che volevo. Capita sempre così.
La cosa importante era invogliare a cercare qualcosa di Satie, magari proprio la raccolta incriminata. E' uno degli autori più geniali della storia ...