“Mi chiamo Erik Satie, come chiunque”
(Erik Satie)

giovedì 9 aprile 2009

Morceau II. Coltivare le connessioni

Pensare e scrivere un commento per l’articolo che il prof. ci ha proposto è impresa ardua, prima di tutto perchè credo sia difficile non provare un po’ di smarrimento e confusione per le tante suggestioni e riflessioni che si accavallano l’una sull’altra mentre viaggi da un concetto ad un altro, o meglio, mentre navighi da un nodo ad un altro.
Quello che mi ha maggiormente colpita e, direi, scossa è la riflessione sul nostro presunto “sistema d’istruzione”. Molti hanno trovato un po’ estremista la posizione del prof; io, non appena sono arrivata alla fine, ho provato solo un forte senso di ansia e smarrimento, ormai ho la pulce nell’orecchio: quella che consideravo con soddisfazione e con una punta di orgoglio la mia “istruzione”, in realtà, cos’è?
L’articolo mi ha fatto venire voglia di comprarmi “Lettera ad una professoressa”. Non ho avuto ancora il tempo di leggerla tutta, ma già dalle prime pagine mi si apre un mondo. Chi ha detto che c’è qualcuno non adatto al sistema scolastico, solo perché questo è stato inventato ad immagine e somiglianza della gerarchizzazione della nostra società?
Non vorrei ripetere ciò che dice il prof, ma effettivamente è innegabile che per certi aspetti la nostra scuola è solo un esercizio di adattamento. Che questo sia totalmente negativo, probabilmente non è la realtà, e non sono certo in grado di sentenziare su questo punto. Però, è un fatto che ci adattiamo a ciò che ci chiedono di fare nella scuola, soprattutto a come dobbiamo impararlo, e chi non riesce a farlo al meglio ha perso la partita. Mi sembra in effetti una conseguenza della gerarchizzazione della nostra società, dove gli studenti non hanno mai la possibilità di apprendere in modo diverso, ad esempio insegnando.
Nella scuola di Barbiana tutti insegnano, e i ragazzi sono veri Maestri, hanno “cura, rispetto e umiltà” l’uno nei confronti dell’altro. Così si scopre che la timidezza non è altro che mancanza di prepotenza, e che tenere per sé le risposte senza condividerle, non è altro che avarizia.
Ho dunque scoperto di essere stata sempre molto avara. Non per cattiveria; semplicemente per la lotta per la sopravvivenza nella scuola.
Come cambiare?
Mi ha colpito il concetto del coltivare le proprie connessioni come il proprio orto; implica il concetto di pazienza e di attesa, effettivamente in contrasto con quanto la scuola ha preteso da noi, almeno per quello che riguarda la mia esperienza: presto e bene (nella scuola di Brbiana, invece, “chi era senza basi, lento o svogliato si sentiva il preferito. … Finchè non aveva capito, gli altri non andavano avanti.”). Tuttavia mi resta ancora difficile capire come e dove trovare i semi da piantare e da far germogliare, dato che la grande vastità della rete mi lascia alquanto smarrita. Probabilmente è solo un fatto di pigrizia mentale, basterebbe un piccolo sforzo per guardare le cose da una diversa prospettiva.
L’idea di costruirmi un PLE, sul web e nella vita, è veramente stimolante. Spero di crescere, un giorno, e di riuscirci.

6 commenti:

  1. Ciao evelina cara, sono quel fascista di lorenzo. Siccome non hai pressoché mai aggiornato il blog, non l'avevo mai notato - però grazie al daily del prof ti ho trovata!

    Comunque, riguardo all'oggetto del post: sì, concordo con te. Siamo noi studenti ad adattarci alla scuola, e anche in maniera forzata. Graziaddio.

    Eh sì, grazziaddio, perché (un giorno ci scriverò un post) se la scuola non mi avesse costretto ad adattarmi, a quest'ora io sarei tipo uno di quei punkabbestia che si vedono girare per le stazioni; piercing ed espansori, rasta gialli/rosa shocking e pidocchiosi, maglietta con chiazze di sudore ma scritta "LEGALIZZALA" ben evidente, e tocco di hashish in tasca. Ah, e l'immancabile cane pulcioso al guinzaglio. E invece mi sono diplomato e ora sono a Medicina. Certo, non dico che essere a medicina = essere una persona realizzata e essere punkabbastia = essere un fallito, perché la comune concezione di successo/fallimento della nostra società in sé è una cazzata, però io sono felice di non essere diventato un punkabbestia. E lo devo al fatto che la scuola mi ha costretto ad adattarmi, e non il contrario. Certo, è stato un processo difficoltoso (per la scuola e per me), e per certe cose la partita è finita in parità (non mi sono mai del tutto adattato), ma per tante altre cose, ringrazio il cielo d'essere andato a scuola e d'essere stato piegato, perché ha corretto certi aspetti troppo "devianti" della mia persona!

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  2. Ciao lorenzo caro, sono onorata che il mio blog sia stato ufficialmente battezzato da un tuo commento. Sentivo che mancava qualcosa ...

    Grazie infinite per l'intervento! Ti dirò: hai perfettamente ragione. Non dico assolutamente che la nostra scuola sia da buttare in toto, perchè non credo che esista qualcosa di totalmente buono o di totalmente cattivo, ed è, come dici tu, un esercizio importante anche imparare ad adattarsi. Tuttavia, leggere certe considerazioni mi ha portato se non altro a cominciare a farmi domande su alcuni aspetti della nostra scolarizzazione, con un pizzico di umiltà e di senso critico, senza disfattismo. Insomma, dai, siamo sicuri che vada proprio tutto bene?? non c'è proprio niente che non ti torna??
    Guarda che io ero e sono una orgogliosissima "classicista". Se me lo chiedessero, rifarei subito i cinque anni di liceo, ad occhi bendati. Solo che i paraocchi li abbiamo tenuti per troppo tempo, non siamo mai stati stimolati (ovviamente parlo in riferimento alla mia esperienza) a cambiare prospettiva; adesso che invece uno stimolo ci è stato trasmesso, mi sembra giusto almeno valutare la cosa, senza schierarsi a priori, rifletterci un po', almeno ...
    Mi sembra poi che certe "devianze", se le vogliamo intendere così, non derivino dal non essere stati "piegati", ma forse proprio da sensazioni di disagio e di soffocamento che la nostra società offre a noi clienti in diverse situazioni (la scuola? forse anche, chi lo sa). Non credo che la popolazione finlandese (sicuramente hai letto uno dei post abbastanza recenti sul blog del prof) sia interamente costituita da punkabbestia...

    A proposito: non credo minimamente che tu sia un fascista. Devo ricordarti chi hai votato?:) Pochissimi avrebbero avuto la tua onestà intellettuale. Mi hai davvero colpito...
    Grazie, a presto

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  3. è vero, non esiste qualcosa di totalmente buono o totalmente cattivo - ed infatti alla tua domanda "siamo sicuri che vada tutto bene?" ti rispondo che ci sono parecchie cose che non vanno bene!

    Questo corso mi piace sia perché uso molto il computer, e quindi per me è molto divertente, sia perché mi ha offerto molti stimoli che magari sono mancati in altre occasioni scolastiche, come noti (certo, bisogna anche dire che se una cosa ti interessa, gli stimoli li sai vedere da sola): devo dire che finora sono stato molto critico su certe posizioni espresse da iamarf, però credo di essermi messo abbastanza in gioco, considerando che all'inizio ero scettico sulla blogoclasse (avresti dovuto sentirmi alla fine della prima lezione), mentre mi sono dovuto ricredere.

    Nemmeno io credo che la popolazione Finlandese sia costituita da punkabbestia, però nel mio caso riconosco che avevo bisogno di una scuola che mi mettesse un po' in riga e mi costringesse ad un minimo di ordine mentale (in questo latino e greco mi sono servite).... :)

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  4. con me non sei mai stata avara.....mi hai sempre prestato tutti i tuoi appunti! :-)
    apparte gli scherzi, complimenti davvero per il post!
    Io sono tra quelli che hanno un pò"criticato" il pezzo di iamarf.Intendiamoci, per me il metodo di insegnare di Don Milani è stipendo, come è stupendo il mondo in cui Socrate istruiva i suoi allievi. Tuttavia penso che la verità stia un pò nel mezzo. Mi spiego meglio. Credo che la scolarizzazione esista da almeno 3-4 secoli. E forse quella dell'800 era ancora peggio di questa. I professori usavano la bacchetta, il rapporto alunno-insegnante non esisteva. Eppure in due secoli abbiamo visto cambiare il mondo, trasformarsi radicalmente. Abbiamo visto l'uomo atterrare sulla luna, abbiamo letto Carducci, Leopardi, Manzoni, Verga. Abbiamo sconfitto malattie mortali. Credo che tutto ciò, in parte, lo dobbiamo anche alla scolarizzazione. Non posso pensare che tutti i "grandi" del passato non siano stati scolarizzati. Certo, qualcuno di loro sicuramente si sarà ribellato agli schemi; D'Annunzio sicuramente. Qualcun altro magari la pensava diversamente; e forse deve proprio alla scolarizzazione il suo successo.
    Tutti questi discorsi per dire che probabilmente molte cose devono essere cambiate; al giorno d'oggi non è possibile vedere un professore che non sa usare internet, o che custodisce le proprie slides come cimeli. Tuttavia qualche buono spunto il sistema scolastico lo offre. E proprio da quello dobbiamo ripartire per creare qualcosa di meglio.
    Ecco perchè sono stato un pò critico con iamarf. Lo vedo un pò troppo negativo nei confronti della scuola. Qualche buona cosa c'è e deve essere evidenziata.

    Ps: ganzissima la ricerca sul mal di testa....
    sto comprimendo le arterie del mio cuoio capelluto per vedere se mi passa questa emicrania post-ripasso di anatomia!! :-)

    un saluto!

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  5. Comprimi, comprimi :)
    Ok, mi sa che mi è uscito tutto male.
    Perchè pensate che voglia liquidare con due parole e via l'intero nostro sistema scolastico?
    Come ho già detto in mia difesa, non credo nelle verità assolute, per cui dico solo che ci sono altri modi di apprendere leggermente diversi da quelli che conosciamo che forse dovremmo considerare e magari sperimentare prima di dire quale preferiamo (io l'ho in parte fatto, poi spiegherò...).
    Quindi, dal mio punto di vista, pur restando sempre affezionata e devota alla scuola che ho fatto per le cose buone che mi ha dato, mi sembra che ci sia qualcosa che non quadri e che stoni (non so voi, ma io ad esempio in certi momenti mi sono sentita un po' chiusa in una campana di vetro) ...
    E poi: ma come possiamo paragonarci noi comuni mortali a Grandi come Leopardi, Manzoni, Verga? Non mi sembrano molto calzanti come esempi...Credo che la loro esistenza sia stata differente dalla nostra per vari apsetti, non solo per quanto riguarda l'istruzione.

    Mi raccomando IL MIO QUADERNO. Sai che lo vorrò mostrare ai miei figli. La loro felicità dipende da te.


    @asterione88
    Non volevo insinuare che non avessi recepito stimoli ... Parlando per me, tutti gli stimoli che ci erano stati trasmessi via via tramite la blogoclasse li ho colti all'improvviso al seminario I Care e leggendo l'articolo. Vedi? Ero io quella chiusa!
    Grazie

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  6. ovviamente non mi stavo paragonando a Leopardi, Manzoni o D'Annunzio. Vabbè che sono scemo, però ho dei limiti anch'io... :-)
    Era solo un esempio per dimostrare che qualcosa di buono la scolarizzazione ha prodotto. Penso che alcuni di questi abbiano ricevuto qualcosa di positivo dal sistema scolastico. Poi si sa tutti:Pirandello si nasce. Quindi non voglio assolutamente dire che Manzoni ha scritto le sue grandi opere grazie alla scolarizzazione. Però è probabile, o almeno possibile, che vi abbia attinto qualche spunto positivo.
    Poi guarda leggendo il tuo post concordo pienamente con quello che dici; tu non butti via tutto ma saresti curiosa di conoscere nuovi modi di insegnamento. Quindi per certi versi le nostre posizioni sono simili. Sono stato un pò critico con iamarf perchè la sua posizione mi sembra ben diversa dalla tua. Tuttavia se ho accettato di entrare nel gruppo di medwiki è proprio perchè credo che un nuovo metodo di insegnamento sia possibile, un metodo più aperto, accessibile, basato sul libero scambio e senza competizioni intrascolastiche per un voto.
    Cmq questo tuo post mi è proprio piaciuto, stimola molto la discussione.

    Ps: occhio a quello che rispondi! ho in ostaggio i tuoi appunti!entro domani riceverai una lettera minatoria con dentro un pezzo di orecchietta del tuo quaderno e le indicazioni per il riscatto. Se avvisi la polizia informatica, lui muore.O meglio, brucia.

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